Questo progetto nasce dal desiderio di catturare come la natura, anche quando sembra fermarsi, continui a muoversi, trasformarsi e respirare. Attraverso l’uso di tempi di scatto lunghi e movimenti controllati della macchina fotografica, si è cercato di tradurre in immagini le sensazioni vissute in quei momenti: rappresentare un pensiero astratto in una forma visiva statica, ma intrinsecamente dinamica.
Una natura apparentemente immobile, quasi scontata, che invece vive e muta in continuazione, rivelando tracce di movimento attraverso il vento, il lento accumularsi della neve o lo sciogliersi del ghiaccio. In questi paesaggi innevati, la desolazione percepita, veniva comunque colmata dalla quiete della natura, che accompagnava l'esplorazione. Dove l’elemento naturale domina incontrastato, emerge un edificio in pietra all'apparenza abbandonato: una presenza che interrompe il caos silenzioso del paesaggio, trasformandosi in un reperto, un dialogo tra il tentato controllo umano e il "caos" della natura.











